L'aspetto
creativo è un elemento essenziale nel processo di improvvisazione, non
solo perché consente al musicista di poter suonare linee melodiche diverse su
una stessa sequenza di accordi, ma soprattutto perché è l'elemento primario per
generare "bellezza" e suscitare "emozioni"
nell'ascoltatore.
Purtroppo,
tuttavia, la creatività non è la sola caratteristica che un musicista jazz deve
possedere per creare delle "belle" improvvisazioni. Ad esempio,
quando le note devono essere suonate su una sequenza di accordi (prodotta dagli
strumenti di accompagnamento, quali piano o chitarra), la conoscenza
teorica dell'armonia e delle scale è fondamentale per poter
"incastrare" le note sugli accordi del brano. Inoltre, la componente
ritmica di un assolo è altrettanto importante, in quanto offre al
musicista un'ulteriore dimensione (quella temporale), nella quale spaziare
utilizzando pause, accenti, anticipi e ritardi.
La cura
del suono (sonorità e timbrica dello strumento) è un altro elemento
che un bravo musicista sfrutta per dare personalità alla propria
improvvisazione. Infine, l'opera dei grandi musicisti jazz, dagli anni venti a
oggi, rappresenta una fonte di ispirazione immensa che non può essere
trascurata, in quanto fornisce un riferimento fondamentale per lo studio
del fraseggio di ogni musicista jazz.
Una
buona tecnica strumentale è essenziale per poter integrare
tutti questi elementi ed eseguire un assolo pulito e preciso, ma non dev'essere
confusa con la bravura di un musicista. L'abilità di eseguire delle scale
velocissime con grande precisione ha poco valore se le note suonate si
incastrano male con gli accordi, oppure non sono "condite" con altri
elementi, quali pause, accenti e dilatazioni/contrazioni temporali. In altre
parole, in un'improvvisazione jazzistica la qualità delle note suonate è molto
più importante della quantità o della velocità con cui si eseguono.
Dunque,
riassumendo, l'improvvisazione jazzistica prevede almeno sei ingredienti
essenziali:
1.
TECNICA
STRUMENTALE: è la capacità di eseguire sul proprio strumento delle successioni
desiderate di note o accordi con sicurezza e velocità. Essa rappresenta una
base necessaria, ma non sufficiente per una buona improvvisazione. Infatti, la
scelta delle note e della modalità con cui suonarle è senza dubbio l'aspetto
più importante e più difficile da imparare.
2.
CONOSCENZA
TEORICA: si riferisce allo studio dell'armonia e delle scale. Una profonda
conoscenza degli accordi e delle relazione tra essi è di fondamentale
importanza non solo per poter "incastrare" correttamente una sequenza
di note sugli accordi di un brano, ma anche per poter generalizzare una melodia
su diverse tonalità.
3.
CONOSCENZA
PRATICA: si riferisce allo studio di frasi "celebri" suonate da altri
musicisti jazz. L'acquisizione di un elevato numero di frasi sui diversi tipi
di accordi, o passaggi di accordi, è la fase più importante dello studio di un
musicista jazz, in quanto fornisce un prezioso bagaglio di riferimento da cui
partire per elaborare il proprio fraseggio.
4.
RITMICA:
si riferisce alla componente dinamica e temporale di un assolo, fatta di
accenti, pause, anticipi, ritardi, glissati, trilli, legati, ecc. In assenza di
tali elementi, una sequenza corretta di note può risultare piatta e
insignificante.
5.
SONORITA':
si riferisce alla cura di tutti quegli elementi che incidono sul timbro e sulla
qualità del suono prodotto. In una chitarra, tali aspetti riguardano il tipo di
chitarra (acustica, semi-acustica, solid-body, ecc.), il tipo di corde
(materiale, spessore, ruvidità), la regolazione dell'amplificatore, l'uso di
particolari effetti, e il "tocco", ossia la modalità utilizzata per
produrre le singole note.
6.
CREATIVITA':
è l'aspetto più importante, ma più difficile da codificare, e si riferisce alla
capacità del musicista di mettere insieme tutti i diversi elementi in modo
originale, al fine di generare sequenze di note di volta in volta diverse e
tali da suscitare sensazioni piacevoli nell'ascoltatore. Sebbene la creatività
sia una qualità intrinseca di ogni persona, essa può essere migliorata
attraverso lo studio dell'improvvisazione di altri musicisti jazz che sono
riusciti in questo intento.
Nasce a New
Orleans il trombettista jazz più celebre del XX secolo: Louis Armstrong.
Nato in una famiglia molto povera e orfano di padre, Sachmo, come verra’
soprannominato per il suo modo di suonare, si avvicina in tenera età alla
cornetta a pistoni; adolescente, entra nella sua prima ottone-band in
Lousiana, fino a quando, si trasferisce a Chicago ed entra a far parte della
band di Joe Oliver, più importante della città del jazz. Il successo
arriva nel 1924, a New York. Si esibisce nei più famosi locali dell’epoca,
suona e canta con musicisti come Jimmie Rodgers, Bing Crosby, Duke Ellington e
soprattutto Ella Fitzgerald, con la quale registra tre album. Tra le canzoni
più conosciute di Louis Armstrong: "Stardust”, "What a Wonderful World”,
"When The Saints Go Marching In", "Dream a Little Dream of Me”.
Muore per un infarto a settant’anni, 11 mesi dopo aver partecipato al famoso
show all'Empire Room del Waldorf-Astoria.
Il talento
ineguagliabile, lo spirito innovatore, le sonorità languide e melodiche,
la personalita' poliedrica e il carattere difficile hanno reso il Principe
delle Tenebre una figura chiave del jazz del XX secolo. MilesDavis, a 90 anni esatti dalla sua nascita, resta uno dei musicisti
più influenti e rivoluzionari della scena artistica mondiale. Dopo aver
contribuito alla rivoluzione bepop fu ideatore di molti stili jazz come il cool
jazz, l'hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz-rock.
Nacque ad
Alton il 26 maggio 1926 da un'agiata famiglia afro-americana.
La madre Cleo Henry, abile pianista, desiderava che il figlio imparasse a
suonare il violino, ma fu il padre Miles Davis II, affermato dentista di St.
Louis a regalargli una tromba per il suo tredicesimo
compleanno. Famoso come strumentista, Davis è considerato uno dei
più grandi trombettisti jazz per il suono, un vero e proprio marchio di
fabbrica, la forza innovatrice della composizione, ma anche per
l'emotività controllata della sua personalità solistica, che in
dischi come 'Kind of Blue' trovò forse massima
espressione. L'album fu registrato in appena due sessioni ed è considerato il
suo capolavoro. Fu dopo 'Birth of the cool', un vero e proprio manifesto che
inaugurò l'eta' del jazz modale.
La musica
di Davis influenzò molti
trombettisti e da un punto di vista artistico è paragonabile a Buddy Bolden,
Joe King Oliver, Bix Beiderbecke, Louis Armstrong e altri ancora. Fu uno dei
pochi jazzmen in grado di affermarsi non solo da un punto di vista artistico ma
anche a livello commerciale nell'industria musicale. Soprannominato Principe
delle Tenebre per la qualità notturna della sua musica, ma anche
per il suo carattere scontroso che insieme alla sua voce roca e raschiante contribuirono
a creare l'immagine 'dark'. Davis contribuì allo sviluppo artistico
di generazioni di musicisti, dotato di un istinto fuori dal comune non
esitò mai a reinventare il suono e la musica per cui era conosciuto,
nemmeno dopo il successo del rock, quando passò ad una
sonorità elettrica.
Ma a differenza di molti suoi colleghi fu sempre
molto attento all'immagine, aggiornata nel corso del tempo fino ad arrivare
all'ultimo periodo in cui il vestiario pieno di colore firmato Versace conferì un
certa sacralità alle sue esibizioni.
Nessun commento:
Posta un commento